mercoledì 22 febbraio 2023

MILANO CITTA' BELLA?

Brera


Questo mese Milanocuriosa non vuole trattare curiosità legate ad un monumento specifico, né ad una zona della città, bensì vuole affrontare un tema più trasversale: l'omogeneità architettonica.
Milano ad oggi risulta essere un insieme di svariati stili architettonici compresenti tra le sue mura e questo impedisce alla città di avere un "panorama omogeneo".
Accanto a palazzi antichi troviamo edifici moderni, accanto a case basse ecco sorgere condomini che le sovrastano.
Così come un volto viene definito armonioso quando simmetrico, Milano tutto è tranne che omogenea nel suo aspetto.
Se ne accorge l'osservatore che cammina per le sue strade, salta all'occhio al turista che ammira la città dall'alto, es dalle terrazze del Duomo.

Panorama dalle terrazze del Duomo. 
Foto tratta da www. alessandromarras.com

E' questa sua peculiarità a spingere il milanese, così come il turista, a definire in maniera assai differente Milano.
Quindi la città di sant'Ambrogio è bella o brutta?
Ovviamente il tutto è molto soggettivo. Finora il capoluogo lombardo è diventato famoso non tanto per la sua bellezza, quanto per la sua efficienza, ricchezza, intraprendenza…
Eppure qualcosa è cambiato da qualche anno a questa parte. Sicuramente un grosso contributo è stato dato dall'Expo (2015) che è stato in grado di far scoprire ai milanesi e al mondo intero la vocazione turistica di questa città.
Ad oggi non assistiamo più a orde di tedeschi solo di passaggio a Milano (poiché stanzianti sui laghi) o di giapponesi anch'essi transitori (attratti solo dalle vetrine del Quadrilatero della moda). Oggi sotto la Galleria ci sorprendiamo ad ascoltare dialetti coloriti e lingue esotiche.

Galleria Vittorio Emanuele II
Foto tratta da www. ansa.it

Dunque Milano è bella?
In Italia altre erano le città famose nel mondo per essere "belle": Firenze, Venezia, ma anche Siena (a mio avviso la città più bella del mondo).

Panorama di Siena 
Foto tratta da www.blog.italotreno.it

E Milano?
Milano personalmente non la ritengo bella. Questo però non mi esime dall'amarla, dallo stimarla.
C'è stato un tempo in cui la mia città era bella (e non credo in questo di essere nostalgico, della serie "si stava meglio quando si stava peggio"). La foto che segue testimonia il fascino unico che aveva e che ancora sopravvive, purtroppo però a stento.


Ricordava nello stile un po' Vienna (d'altronde gli ultimi dominatori stranieri sono stati proprio gli austriaci) sia negli eleganti edifici centrali che nei quartieri popolari.
Poi è arrivato il "piccone risanatore" (chi può affermare con estrema certezza che il Bottonuto non sarebbe diventato un'altra Brera, con le dovute ristrutturazioni?), le micidiali bombe del 1943, ma soprattutto è arrivata la speculazione edilizia che ha spinto gli imprenditori edili a stravolgere l'aspetto di questa città.
Accanto a case di fine Ottocento, inizio Novecento ecco spuntare edifici moderni, senza un briciolo di ricercatezza nel suo aspetto esteriore. La moda moderna ha spinto architetti a disegnare facciate senza alcun dettaglio grazioso, con linee squadrate (eredità di un Razionalismo appena trascorso). Il concetto di "bello" non era nemmeno (sempre a mio avviso, si intende) preso in considerazione da coloro che avevano la necessità e la convenienza di costruire più in fretta possibile. Risultato? corso di Porta Romana con edifici antichi accanto a squallidi palazzi moderni.

C.so di p,ta Romana
Foto di DiLuca Chp


Eppure la capacità di costruire "com'era dov'era " c'era, basti guardare alla ricostruzione fedele dei monumenti (Galleria in primis). Quasi come se il popolino non avesse diritto a rivedere la propria casa com'era prima dei bombardamenti e delle speculazioni (magari con l'optional dei comfort moderni).

Teatro alla Scala dopo i bombardamenti

Eppure ci illudiamo a pensare che questi errori siano solo legati al passato. Niguarda grida vendetta con le sue costruzioni ultra moderne, futuristiche che stanno per sorgere in pieno centro là dove una volta razzolavano le galline. In via Passerini (siamo nella parte antica di quello che era fino a un secolo fa un comune autonomo) ad esempio hanno di recente abbattuto una tipica cascina lombarda (la famosa Curt de Matt) ormai abbandonata, per costruire edifici moderni con volumetrie che decisamente stridono con gli edifici storicamente sorti lì a due passi.

Niguarda (via Ornato, ang. via Passerini)
Foto di Lucia Mezzotera


Anche il centro non è esente da certi orrori: via Brisa ospitava due edifici storici poi danneggiati durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno di essi, il medievale Palazzo Gorani, è stato letteralmente inglobato da squallidi palazzi moderni (futuristici?), tanto da far risultare la torre del palazzo antico (unico elemento sopravvissuto) estraneo al contesto! Per non farsi mancare nulla inoltre i garage del condominio sono stati costruiti dove una volta avremmo potuto trovare le nobili stanze dell'imperatore romano che qui risiedeva. I pavimenti di allora erano abbelliti da graziosi mosaici in bianco e nero...non visitabili perché all'interno della proprietà condominiale. Il "magnanino costruttore" ha "pensato bene" di rendere visibili gli stessi con degli oblò trasparenti. Eppure qualche condomino deve essersi lamentato di quei poveri e sparuti appassionati di storia dell'arte che lì si recavano per ammirarli, così recentemente hanno reso i vetri degli oblò opachi, "con tanti cari saluti" ai mosaici imperiali. 

Torre Gorani, a seguire i mosaici imperiali



C'è chi sostiene che costruire emulando lo stile del passato sia una forzatura esagerata e dunque in qualche modo si legittimano volumetrie poco consone al contesto in cui sorgono gli edifici. Un esempio su tutti è il grattacielo nero che fa "bella mostra di sé" lungo l'alzaia del Naviglio Grande a pochi passi dal confine con il Comune di Buccinasco. Gli ultimi appartamenti potranno sicuramente godere di un panorama mozzafiato soprattutto grazie ai famosi tramonti sul Naviglio, ma di certo lo stesso non possono dirlo gli abitanti di questa zona che hanno visto sorgere un gigante (di certo non desiderato).

Terminal Tower
foto tratta da blog.urbanfile.org

Eppure non in tutte le zone il contrasto stilistico genera un vero e proprio "pugno in un occhio". Il caso più famoso di costruzioni ben riuscite è rappresentato dagli edifici di Porta Nuova. Le case ottocentesche di corso Como, una volta popolate da operai non certo benestanti, ben contrastano con i grattacieli e gli eleganti condomini di questo entusiasmante quartiere di Milano.

Corso Como
Foto tratta da booking.com

Ultima questione che mi sta particolarmente a cuore: le tristi e numerose cascine abbandonate. Con il senno di poi il Comune di Milano (ormai è lui il proprietario di molte di esse) non poteva provvedere alla ristrutturazione e frazionamento in appartamenti di edilizia popolare? In questo modo avremmo evitato di vedere bellissime strutture agricole abbandonate (ce ne sono alcune con addirittura delle graziose chiesette barocche al proprio interno) e magari un po' meno case popolari in estrema periferia dove l'anonimato dei suoi edifici regna sovrana.

Borgo di Assiano

Anche in questo caso ormai la ristrutturazione delle cascine comporterebbe un costo ormai eccessivo, tale da scoraggiare chiunque ad intraprendere questa opera di recupero. Eppure esistono alcune realtà (ad esempio la Corte del Fabbro a Cesano Boscone) dove si è riusciti ad abbattere il preesistente per poi ricostruire nello stesso stile e recuperando anche alcuni vecchi elementi architettonici.

Corte del Fabbro, Cesano Boscone

...C'è da farci un pensiero Milano!