martedì 27 giugno 2023

MILANO ROSSONERA, MILANO NERAZZURRA

Beppe e Franco Baresi, "fratelli rivali" protagonisti di un calcio romantico che non esiste più
Foto tratta da www.giorgiomicheletti.it



Le recenti cronache politiche e sportive ci hanno ricordato che Milano è ed è stata una capitale del calcio.
Per chi come me ha vissuto i fasti gloriosi del passato è stato un sollievo accompagnare le squadre milanesi a un passo da un importante trofeo e accorgersi che il passato può tornare come, anzi, più di prima.
Rimane un solo timore: vedere scomparire san Siro (sì perché così viene confidenzialmente chiamato lo stadio "Giuseppe Meazza" dai milanesi). Il palcoscenico di tanti momenti gioiosi sia in campo sportivo che musicale non può soccombere a logiche di mercato davvero poco convincenti. 

A san Siro si svolse il primo concerto in Italia:
Bob Marley, giugno 1980


Lo stadio milanese venne progettato nel 1925 e già nel '26 risultava essere operativo (cosa impensabile ai giorni nostri). La partita inaugurale fu un derby stravinto 6 a 3 dall'Inter.
Fa sorridere pensare che il progettista (Ulisse Stacchini) si lamentasse di essere stato distratto dal suo vero compito in città, ossia quello di seguire i lavori per la Stazione Centrale. L'architetto fiorentino infatti sosteneva che era inutile progettare impianti così capienti per uno sport che da lì a qualche anno non sarebbe interessato più a nessuno (oggi san Siro conta più di 75.000 posti!).

San Siro anni Sessanta


Le tifoserie milanesi hanno cambiato nome alcune volte (es gli ultrà del Milan facevano parte della ormai scomparsa "Fossa dei leoni"), ma storicamente i milanisti venivano soprannominati "casciavit" (cacciaviti) per la loro origine proletaria, mentre gli interisti "bauscia" (coloro che, soprattutto a Milano, non fanno altro che vantarsi) per la loro identità maggiormente altolocata.

Ultrà che si collocano nelle curve, durante le partite, in maniera esattamente all'opposto rispetto ai propri colori sociali: i milanisti infatti nella curva sud dai sedili blu, mentre gli interisti in quella nord con i sedili...verdi!:)
Questa anomalia trova una spiegazione, come al solito, se si conosce la storia.
Entrambe le squadre infatti, prima della costruzione dello stadio cittadino, giocavano all'Arena. La prima squadra a trasferirsi a san Siro fin dalla sua costruzione fu il Milan, il quale ebbe l'onore di occupare il settore blu (sedili azzurri come il colore dei Savoia); quando l'Inter a sua volta approdò (20 anni dopo, 1947), dovette accontentarsi della curva opposta.

Nel 1980 lo stadio venne intitolato a Giuseppe Meazza, storico giocatore dell'Inter degli anni Trenta. Come risposta i tifosi milanisti da allora si sono sempre rifiutati di chiamarlo con il suo vero nome. Così ad oggi i veri tifosi rossoneri (e non solo loro) continuano a chiamarlo "san Siro", mentre qualche tifoso nerazzurro "il Meazza".

Curiosa è anche la storia del milanesissimo Peppino Meazza, bandiera dell'Inter che, come tutte le bandiere (non me ne vogliano i tifosi nerazzurri) svolazzò in più direzioni. L'attaccante interista infatti rese grande la nazionale (vincendo ben due mondiali: 1934 e 1938) e giocò, non solo nell'Internazionale, ma anche nel Milan (all'epoca chiamata Milano per volere degli autarchici fascisti) e nella Juventus, così come anche oggi fanno tutti i professionisti del "giuoco calcio". 
A fine carriera fu il primo calciatore italiano ad allenare all'estero, nella turca Besiktas. Eppure qui "resistette" per soli cinque mesi poiché, come sostenne con una punta di sorriso Gianni Brera, "lamentò la mancanza del bitter al seltz".

Giuseppe Meazza


Ma perché si chiama san Siro?
Lo stadio venne costruito nel 1926 per volere del Milan che desiderava una struttura più grande. Per farlo individuò il quartiere san Siro: ampia zona di Milano così denominata per l'antica e omonima chiesina attualmente a due passi da piazzale Lotto (per la cronaca, san Siro fu il primo vescovo di Pavia nel IV sec.). 

Residuo dell'antica chiesa di san Siro alla Vepra,
accorpato a un moderno palazzo
Foto tratta da www.milanoguida.com


Ma merita di essere conosciuta la storia delle due squadre di calcio cittadine.
La prima squadra ad essere costituita fu il Milan AC nel 1899 ad opera di un gruppo di soci milanesi ed inglesi. Tuttavia, mentre l'edificio dove venne fondata la squadra era uno dei luoghi più eleganti della città (l'hotel Principe di Savoia in piazza della Repubblica), la prima sede legale della squadra era invece decisamente più modesta (una non più esistente fiaschetteria toscana in via Berchet, a due passi dalla Galleria).

Prima sede del Milan AC

Non deve stupire la presenza di soci inglesi: il calcio infatti giunse in Liguria dall'Inghilterra (e non è un caso che nei primi sette campionati il Genoa vinse sei scudetti) per poi trovare terreno fertile in tutta Italia.

Soci costituenti del Milan AC


Solo nel 1908 fu costituita l'Inter ad opera di un gruppo di soci ribelli del Milan che mal sopportavano il divieto imposto dal club rossonero di non tesserare più i giocatori stranieri. Per tale ragione fu fondata l'Internazionale Milano che da sempre ha dato più spazio, rispetto ad altre squadre, a talenti che provengono oltre confine. 
Anche nel caso dell'Inter la location dove venne fondata la squadra era decisamente prestigiosa: piazza Duomo, 22. Qui si trovava infatti il ristorante "L'Orologio", chiamato così perché ospitato nell'edificio contiguo al Palazzo della Veneranda Fabbrica del Duomo, che ancora oggi sfoggia sulla sua sommità uno degli orologi pubblici più belli di Milano.

Antica sede del ristorante "L'Orologio"
(dietro agli ombrelloni bianchi)

Il pittore Muggiani, uno dei soci fondatori, nel definire i colori sociali scrisse:" Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle". Tuttavia, al di là della poesia, è più probabile che i colori vennero definiti poiché contrapposti a quelli del Milan.

Dal canto loro i soci fondatori del Milan, riguardo la scelta dei colori sociali, affermarono:" il rosso, il fuoco dei diavoli, il nero la paura degli avversari nell'affrontarli"…ecco perché il Milan da allora è sempre stato soprannominato "il Diavolo". 

Curiosa infine è la storia del primo campo di calcio dell'Inter. 
Come precedentemente scritto, la squadra nerazzurra giocò all'Arena, prima di approdare anch'essa a san Siro (anzi, al "Meazza"). Eppure il primo "stadio" fu un piccolo campo in Ripa di Porta Ticinese, 115. Qui, nonostante la palizzata costruita dietro la porta, il pallone finiva regolarmente nel Naviglio Grande. Per tale ragione, ad ogni partita c'era un addetto dell'Inter che aveva il compito di sostare tutto il tempo su una barca nel naviglio, in attesa di "un pallone fuori controllo". 
Tra questi addetti c'era nientepopodimeno il primo presidente dell'Inter, Giovanni Paramithiotti! Si sa infatti che nello sport la componente fortuna non è affatto da trascurare. Fu così che (o almeno in questi termini si racconta) una volta il presidente si "abbassò" al ruolo di comballo/raccattapalle e quella volta la squadra vinse, abbondantemente protetta dalla "Dea Fortuna". Da allora Paramithiotti fu costretto a rendersi utile stando tutto il tempo della partita con un retino in mano a caccia i quei palloni ribelli che finivano nel Naviglio!

Ex stadio dell'Inter


Ad oggi, dove una volta c'era il primo "stadio", sorge un moderno condominio. Di fronte ad esso fa bella mostra un esercizio commerciale davvero originale: un vero tifoso nerazzurro infatti ha pensato bene di celebrare questo glorioso capitolo chiamando la propria carrozzeria "Inter"!

Carrozzeria "Inter"


Mi auguro con questo breve post di essere stato in grado di dimostrare quanto il popolare calcio possa essere fonte di notizie interessanti e quanto non meriti di essere bistrattato dagli amanti dell'arte e della storia.

Forza Milano!!!