martedì 8 gennaio 2019

LE CURIOSE TRADIZIONI DI MILANO parte1

Santa Maria presso san Satiro
Foto tratta da www.gibart.it

Può mai Milano, città millenaria, non avere tradizioni? Si è soliti pensare che una metropoli così moderna e all'avanguardia viva solo al presente, eppure, in quanto città storica non potrebbe non essere ricca di tradizioni. Ma appunto perchè proiettata verso il futuro, il capoluogo lombardo tende a dimenticare queste sue preziose testimonianza del passato. Sarebbe un grave errore farle cadere nell'oblio e dunque è anche questo il senso dell'attuale post. 
Le sue tradizioni non possono essere paragonate, a livello quantitativo, alle curiosità che Milano ci regala. Così mi è riuscito facile catalogarle mese per mese, con l'auspicio che il lettore vada subito a conoscere quelle legate al suo mese di nascita. Eppure chi non troverà niente sul proprio mese di nascita, mi auguro possa consolarsi con quelle valide per tutto l'anno (vedi post successivo).
Molte tradizioni sono legate al passato (es. quella un po' tribale di richiamare la pioggia spargendo acqua sacra sul sagrato della chiesa di san Calimero), ma altre sono sopravvissute fino ai giorni nostri e vale sicuramente la pena perpetrarle per non dimenticare mai le nostre radici. Un albero senza radici poco può lottare contro il vento...
Dunque buona lettura e buona conoscenza della città!


6 Gennaio: CORTEO DEI RE MAGI


Foto tratta da http://www.eventiatmilano.it

La chiesa di s. Eustorgio si presenta al visitatore con il suo fascino antico e armonioso. Eppure se per un attimo concentriamo la nostra attenzione sul campanile, noteremo che brilla di originalità: al posto della consueta croce si trova una stella simile a quella che condusse i re Magi alla umile dimora di Gesù bambino.
La stella è stata posizionata qui per guidare novelli re magi: i pellegrini che anticamente si recavano in città per adorare le spoglie di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Qui infatti, in fondo alla navata destra sono conservate le loro spoglie, o meglio, ciò che ne rimane. Nel XII sec. infatti Federico Barbarossa si impossessò delle preziose reliquie per portarle a Colonia. Oggi non ci rimane che qualche frammento d'ossa che la città tedesca ha pietosamente regalato a Milano.
Eppure, a ricordo dei preziosi ospiti della basilica, ancora oggi si svolge, il giorno dell'Epifania, un corteo molto colorato che parte da piazza Duomo per arrivare a s.Eustorgio (la tradizione risale al XIV sec.). Sfilano alla testa del corteo tre figuranti che impersonano i re Magi. Al loro seguito una serie di personaggi curiosi ed insoliti: pastorelli (con agnellini in grembo), soldati romani, Erode, nobil donne medioevali... i Magi giungono davanti alla capanna del bambin Gesù posizionata sul sagrato della chiesa e ai suoi piedi lasciano i famosi doni. E' questa l'occasione, per il vescovo di Milano, di fare un bilancio dell'anno appena concluso con un'accorata orazione.


29 Gennaio: FESTA DI SAN AQUILINO IN SAN LORENZO


Foto tratta da http://www.hotelfiorellamilano.it

S. Aquilino era un sacerdote tedesco vissuto e assassinato a Milano nel XI sec per mano degli eretici che egli stesso combatteva. Il suo cadavere venne abbandonato in un fosso e poi ritrovato dai facchini del tempo i quali decisero di trasportare le spoglie in santa Maria Maggiore. Eppure, complice la fitta nebbia di fine gennaio, si persero e si ritrovarono davanti alla basilica di san Lorenzo. Qui deposero le sacre reliquie nella cappella della Regina (oggi intitolata al santo) e diedero il via all'antica tradizione (ormai non più portata avanti) di portare in dono ogni 29 gennaio una damigiana con 50 litri di olio che dovevano servire per alimentare la lampada davanti all'urna. In cambio i facchini ricevevano un cartoccio con pane e formaggio che, per quei tempi, era di sicuro un ricco dono.


2 Febbraio: RITO DELLA CANDELORA


Foto tratta da http://www.comunitasantiapostoli.it

Il Duomo detiene il primato di maggior numero di visitatori ma, oltre a questo record, può vantare anche il fatto di essere culla di diversi riti e tradizioni.
Quella più conosciuta forse è la processione della Candelora che si svolge ogni anno il 2 febbraio e parte dal transetto nord dove si trova l'altare della Madonna dell'Albero. In questa occasione infatti si benedicono le candele usate poi durante la celebrazione che termina presso l'altare maggiore, dove viene esposta la tavola (conosciuta anche con il nome di Idea) del 1317 che ritrae la presentazione di Gesù al Tempio.



13 Marzo: TREDESIN DE MARZ


Foto tratta da http://www.tviweb.it
Era il 51 d.C., più esattamente il 13 marzo del 51 d.C., quando san Barnaba Apostolo giungeva a Milano per evangelizzare i suoi abitanti. La leggenda narra che il santo si fermò in via Marina, nei pressi della porta Orientale, soppesando il da farsi, dal momento in cui veniva chiesto a chiunque entrasse in città un tributo agli Dei pagani. In quel momento decise di formare una croce e per farlo prese due rami; la parte verticale la conficcò in una pietra lì presente. La pietra sembrava burro in quel momento, tanto che san Barnaba incise con  le dita alla sua base tredici segni a raggiera attorno al legno della croce. Questo incredibile avvenimento attirò subito tante persone, le quali rimasero colpite dal gesto e dalle parole pronunciate dall'apostolo. Quando il santo si apprestò a varcare la porta, per miracolo le statue degli Dei si sbriciolarono, la neve allora presente si sciolse e apparvero i primi fiori, preludio di primavera. 
Fu questo l'inizio dell'evangelizzazione di Mediolanum.
Con l'avvento del cristianesimo, sant'Ambrogio decise di custodire la preziosa pietra con i tredici segni nella basilica di san Dionigi che si trovava nell'attuale parco di porta Venezia.
Con l'abbattimento della basilica, nel XVIII sec., la pietra venne trasferita nella chiesa di santa Maria al Paradiso, in corso di porta Vigentina.
E' per questa ragione che nel fine settimana successivo al 13 marzo, nei paraggi di santa Maria al Paradiso, ossia in via Crema e dintorni, possiamo godere di una colorata fiera con, in prevalenza, bancarelle di fiori primaverili. E' la famosa fiera del "tredesin de marz" durante la quale anticamente si solea tagliare i capelli ai bambini perchè si diceva che così sarebbero ricresciuti più forti.
A proposito: è stato dimostrato che san Barnaba non arrivò mai a Milano (morì martirizzato a Cipro) e la pietra altro non era che un oggetto religioso venerato dagli Insubri!


Pietra in s.ta Maria al Paradiso (foto tratta da www.monitoremilanese.com)


25 Marzo SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO


Foto di Raffaele Falcone

La piccola chiesa che si cela agli occhi dei passanti più frettolosi in via Torino è senz'altro una delle ragioni che rendono Milano meritevole di una visita.
La struttura rinascimentale infatti ospita un capolavoro architettonico di Bramante: l'abside con la sua incredibile prospettiva. Se si entra in chiesa infatti la parte terminale della chiesa dietro l'altare maggiore può non saltare subito all'occhio, ma  da distanza ravvicinata ci si accorge subito che siamo di fronte ad una finta abside. Lo spazio a disposizione del Bramante era infatti di soli 97 cm  e con questo risicato spazio il genio rinascimentale riuscì a dipingere una prospettiva tale da far sembrare l'abside profonda ben svariati metri!
La storia della chiesa poi è davvero originale: nel XIII sec. infatti qui avremmo trovato solo una cappella dedicata a san Satiro (fratello di sant'Ambrogio), attualmente collegata al transetto sinistro. Il 25 marzo del 1242 tale Massanzio da Vigonzone, furibondo per le ingenti perdite al gioco d'azzardo, pugnalò l'immagine della Madonna con bambino allora situata all'esterno della cappella. L'affresco miracolosamente cominciò a sanguinare e subito si cominciò ad urlare al miracolo che attirò tanti fedeli.
Come conseguenza di questo evento eccezionale Massanzio si fece frate (fino ad essere eletto Beato alla sua morte) e le offerte economiche dei pellegrini permisero di costruire l'attuale chiesa di santa Maria di miracoli.
A ricordo di questo evento miracoloso oggi possiamo vedere l'affresco sfregiato sopra l'altare maggiore, ancora più in alto un altro affresco raffigurante l'episodio, ma soprattutto ogni 25 marzo (per tre giorni) è possibile recarsi in chiesa per ammirare sull'altare il pugnale protagonista dello sfregio.


Aprile   SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE


Aula delle monache
Foto di Francesco Mezzotera
Nel mese di aprile spesso, si sa, si celebrano i riti pasquali e un rito davvero curioso ed originale si svolgeva nell'aula delle monache della chiesa di san Maurizio al monastero maggiore. In questa parte della chiesa infatti si eleva anche oggi in tutto il suo splendore il coro ligneo.
Su questi stalli, per tutto il XIX sec., ogni Giovedì Santo, si procedeva alla pia tradizione della lavanda dei piedi: dame e gentiluomini dell'aristocrazia milanese si inginocchiavano per lavare i piedi di 24 "vecchioni" e "vecchine" del Pio Albergo Trivulzio. Alla fine della lavanda gli aristocratici elargivano doni e cibi agli anziani, per poi recarsi in carrozza nella chiesa di s. Fedele, per la messa degli "sciori" (la messa dei signori).



Ultima domenica di aprile  ANDARE A BATTERE LA TESTA A SANT'EUSTORGIO


foto di Vito Scifo, tratta da http://aess.regione.lombardia.it
Sul sagrato della basilica di sant'Eustorgio è possibile ammirare la statua di san Pietro martire, le cui spoglie sono conservate all'interno della graziosa cappella Portinari in sant'Eustorgio stesso.
Il santo fu martirizzato nel 1252 con un colpo di accetta in testa e da allora ci si rivolge a lui per guarire dal fastidioso mal di testa.
Il secolo successivo infatti l'arcivescovo Matteo Visconti commissionò una imponente arca a Giovanni di Balduccio da Pisa con la funzione di conservare le spoglie del frate veronese. Tuttavia fece staccare la testa e la conservò presso di se'. Da allora cominciarono al porporato dei fortissimi mal di testa che Matteo interpretò come un segnale del santo: quest'ultimo infatti non gradiva vedere le proprie spoglie smembrate, dato che i mal di testa cessarono nell'istante esatto in cui la testa fu riadagiata insieme al resto delle spoglie.
Eppure il volere di san Pietro non è attualmente rispettato dal momento in cui la testa si trova all'interno di una piccola stanza della cappella Portinari, mentre il resto della salme si trova nell'arca. 
La tradizione vuole che l'ultima domenica di aprile sia dedicata all'antica tradizione dell'andare "a battere la testa a sant'Eustorgio". In questa giornata infatti è possibile curare e prevenire i mal di testa passando sotto l'arca e tirando un piccolo colpo con la testa al sarcofago; inoltre viene esposta la testa del santo (miracolosamente ancora intatta, con i propri capelli) in un'urna di cristallo. E' possibile in questa occasione strofinare un oggetto personale contro questa teca e conservare l'oggetto stesso al fine di prevenire futuri mal di testa.


Maggio 1980  FESTA DEL GIGLIO


Foto di Vito Scifo, tratta da http://www.lombardiabeniculturali.it

E' questa una festa molto antica (V sec. d.C.), durante la quale vengono ricordate le gesta di san Paolino, vescovo di Nola (NA), il quale venne festeggiato dai suoi compaesani con feste, balli e un obelisco di legno ornato da gigli. Il santo infatti fu detenuto da Alarico (re di Goti) e al suo ritorno a Nola avvennero grandi festeggiamenti. Festeggiamenti che vennero estesi anche al Giambellino, zona di Milano storicamente abitata da immigrati meridionali, i quali nelle domeniche di maggio (la prima fu nel 1980) avevano l'abitudine di ballare e festeggiare tutti attorno all'obelisco di legno alto 25 metri e portato a spalla da 150 uomini per tutte le vie del quartiere.

31 luglio  BASILICA DI SAN CALIMERO


Foto tratta da https://passipermilano.com

Questa antica chiesa milanese si affaccia su piazza cardinal Ferrari, nei pressi di via Molino delle Armi. 
Si suppone che prima di essa qui sorgesse un tempio romano dedicato ad Apollo. Quello che è certo è che sin dalla sua fondazione nella cripta sono state conservate le ossa del santo titolare della graziosa struttura religiosa. Nell' VIII sec. si trovò la cripta completamente allagata e, per questa ragione, si decise di costruire il pozzo attualmente presente per permettere alle acque di defluire. Poco dopo nacque la leggenda che vedeva san Calimero martire e gettato nel pozzo della cripta. Per questa ragione ogni 31 luglio (festa di san Calimero) c'era la tradizione di far bere un sorso d'acqua agli ammalati affinchè guarissero. Inoltre, durante i periodi di siccità, il sacerdote era solito, durante le funzioni religiose, benedire un po' d'acqua del pozzo e versarla sul sagrato della chiesa come rito propiziatorio per attirare la pioggia.


14 settembre  DUOMO, TRIDUO DEL SANTO CHIODO


Foto tratta da https://www.duomomilano.it

Settembre è sicuramente il mese del Duomo; oltre a festeggiare il suo onomastico (il giorno 8, santa Maria nascenti. La cattedrale è infatti dedicata a questa festività), vi si celebrano in questi 30 giorni ben due riti. Il primo dura addirittura tre dì: il Triduo del santo Chiodo.
Durante la visita alla cattedrale milanese, una volta entrati, se proviamo ad alzare gli occhi, noteremo una lanterna rossa splendere sul soffitto dell'abside. Segna la presenza di uno dei Chiodi di Gesù. La leggenda narra infatti che fu S. Elena, madre dell’imperatore Costantino, a trovare in Terra santa i tre chiodi. Uno fu utilizzato dal figlio come morso per il suo cavallo ed infine, qualche decennio dopo, l’imperatore Teodosio ne fece dono al vescovo di Milano, Ambrogio. In occasione del giorno dell'esaltazione della Santissima Croce (14 settembre) si celebra il triduo della Croce: il sabato del  fine settimana dopo tale data un ascensore a forma di nuvola (chiamato “nivola”; pare che anche Leonardo contribuì alla sua progettazione) si eleva fino a quel punto dove l'arcivescovo preleva il Santo Chiodo; la domenica viene celebrata una messa e fatta una processione all'interno del Duomo, nonché esposto il Chiodo sull'altare maggiore; mentre il lunedì viene riposta la reliquia sempre con la nivola.


23 settembre DUOMO, RITO DEL FARO


Foto tratta da https://it.churchpop.com

E' questo un rito molto antico (forse nato attorno al VII sec. d.C.) con significati ancora oggi non del tutto chiari. Si suppone che voglia rappresentare il martirio di santa Tecla (santa patrona della parrocchia del Duomo).
All'inizio della celebrazione si svolge una breve processione terminante davanti al presbiterio. Qui il sacerdote, con un'asta sormontata da candeline, incendia una palla di bambagia sospesa per aria. Sopra tale sfera è riposta una croce con, alla base, delle palme rappresentanti santa Tecla martire.


Primo lunedì di ottobre  FESTA DELLA MATRICOLA

Chiesa di santa Francesca romana, zona porta Venezia.

 Nell'ex convento di questo edificio religioso avremmo trovato nei primi del '900 la facoltà di veterinaria
Foto tratta da http://www.santafrancescaromana.it
Nei primi anni del '900 c'era la goliardica abitudine, da parte delle matricole del corso di studi di veterinaria, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, di condurre una mucca che indossava un paio di mutande da donna. Questo avveniva in corteo da p.ta Venezia (quartiere che ospitava l'antica sede della facoltà) al Duomo, tra ali di folla sorpresa e divertita. 


7 dicembre  FIERA DEGLI OH BEJ! OH BEJ!



Foto tratta da http://www.sagreneiborghi.it

Prezioso è questo mese per la città di Milano perchè il 7 (fino alla domenica successiva) si festeggia sant'Ambrogio, occasione per godere della fiera degli oh bej oh bej.
Questa popolare manifestazione è decisamente molto antica: si pensa infatti che sia nata nel 1510, quando un messo papale, tale Giannetto Castiglione, entrò a Milano per riaccendere nei milanesi il culto un po' sopito dei santi.
Eppure, visto che all'epoca il papa non era ben visto dai meneghini, Giannetto pensò di fare un regalo ai milanesi che erano in quei giorni impegnati a festeggiare il proprio santo: decise di regalare alla popolazione tanti doni (cibarie e giochi)...
Deliziosi erano i commenti dei bambini:"oh bej! Oh bej! (Oh belli! Oh belli!).


Dicembre  CASTELLO SFORZESCO, CERIMONIA DELLO ZOCHO


Foto di Francesco Mezzotera

Qui si celebrava ogni Natale la cerimonia dello "zocho", ossia del ceppo che, ornato di fronde, veniva collocato sul camino con grande accompagnamento di trombe e imbandigioni.
E' questo un rito molto antico: la tradizione voleva infatti che il capofamiglia, la vigilia di Natale, ponesse un ceppo di legno di gelso nel camino con sopra incisa una croce. Il fuoco che ne scaturiva veniva considerato sacro, alla luce delle parole della Bibbia: "dal ceppo nascerà un virgulto", ossia Gesù.
Quindi doveva prendere un bicchiere di vino, berlo e passarlo agli altri componenti della famiglia; lo stesso doveva farlo con il pane. Infine doveva gettare una moneta nel fuoco e le altre distribuirle ai figli.
Solo dopo l'Angelus era possibile accomodarsi a tavola per cenare, rigorosamente di magro.
Il giorno dopo le ceneri del ceppo venivano sparse in campagna come augurio di un buon raccolto.

2 commenti:

  1. Complimenti Francesco, ottimo lavoro e anche utile per mantenere vive le tradizioni milanesi molte delle quali purtroppo rischiano di essere dimenticate. Raffaele.

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  2. infatti è proprio questo l'intento: permettere a questa città di vivere sì al presente , ma spronandola a non dimenticare il suo grande passato, comprese le innumerevoli tradizioni! Grazie per i complimenti!:)

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