sabato 27 settembre 2014

CORSO VITTORIO EMANUELE parte 1


Plastico per non vedenti del centro della città posto di fronte alla chiesa di san Carlo al corso 

Questo corso, "croce e delizia" di ogni milanese, parte da piazza s.Babila per arrivare in piazza Duomo. Insieme alla seconda parte del tragitto (quella che dal Duomo arriva fino al Castello) forma l'isola pedonale più grande d'Europa, con i suoi circa 1500 metri.



L'attuale assetto di piazza s. Babila è frutto del piano regolatore del 1934 che ha stravolto l'aspetto della piazza: le case medioevali sono state sostituite dagli edifici che tutt'oggi la circondano.
Quello maggiormente degno di nota è il Palazzo del Toro, chiamato così perché anche attualmente ospita le Assicurazioni Toro. Questo edificio sostituì la meravigliosa Galleria de Cristoris che qui venne edificata nel 1832 e così battezzata in onore della famiglia che ne sostenne le spese di costruzione.
La via coperta, chiamata dai milanesi contrà de veder (strada di vetro perchè costituita di vetro e ferro), o galleria vegia (in contrapposizione con quella nuova: la galleria Vittorio Emanuele) aveva un primato: quella di essere stata la prima galleria inaugurata in Italia. Qui i milanesi si recavano per poter fare acquisti o frequentare i caffè che vi erano ospitati, senza essere disturbati dal caos cittadino o dagli agenti atmosferici, sull'esempio delle gallerie parigine. Ad oggi il comune di Milano ha aperto un'altra galleria con questo nome poco più avanti rispetto a piazza san Babila.
A destra del Palazzo del Toro, guardando in direzione di piazza Duomo, svetta un palazzo di 15 piani: Torre Snia Viscosa; questa fu il primo grattacielo ad essere costruito a Milano (1937) e definito dai cronisti dell'epoca "rubanuvole".

Ascensore Torre Snia Viscosa con ritratto della moglie del progettista

Piazza san Babila deve il suo nome alla chiesetta posta sul lato est della piazza. Dall'aspetto neoromanico (fu completata nel 1905), non è rimasto praticamente nulla delle sue precedenti vesti romaniche e barocche. Eppure, in origine, pare che al posto di questo edificio religioso, ci fosse un piccolo tempio dedicato al dio Sole.
In questa zona della città convergevano le mura difensive dell'antica Mediolanum e fuori di esse il fiume Seveso confluiva nel fossato esterno difensivo.
San Babila fu un santo martire orientale (III sec. d.c.) martirizzato insieme a tre fanciulli a lui affidati dalla madre affinché ricevessero una educazione cristiana. Li vediamo raffigurati nel mosaico del XIX sec. posto nel catino dell'abside della chiesa. Particolare interessante di questa struttura è il coperchio del fonte battesimale posto nella prima cappellina a sinistra dove, tra l'altro, venne battezzato Alessandro Manzoni nel 1785.
Curiosa invece è la storia della colonna che si erge di fronte alla chiesa:
nel XV sec. Milano era in perenne lotta con la Repubblica veneziana per contendersi i territori che ancora attualmente si trovano tra le due vecchie potenze militari. Si racconta che Venezia riuscì ad arrivare alle porte di Milano per sferrare l'attacco decisivo di notte, mentre i milanesi dormivano...in realtà dormivano tutti tranne un prestinee (panettiere) che aveva il forno proprio vicino a Porta Orientale (l'attuale via san Damiano, poco distante da piazza s.Babila). Questo "eroe per caso", accortosi dell'esercito veneziano che si era accampato nei pressi della porta, andò ad allarmare tutta la città, la quale non si fece trovare impreparata di fronte all'attacco veneziano. L'esercito nemico infatti non poté fare altro che battere in ritirata, lasciando sul campo il proprio stemma: il Leone di san Marco che oggi troviamo issato sulla colonna seicentesca di fronte alla chiesa.

http://www.arte.it/guida-arte/milano/da-vedere/chiesa/chiesa-di-san-babila-1506/immagini


Da p.za s. Babila ha dunque inizio corso Vittorio Emanuele II, antica strada dell'antica Mediolanum. Fino al XVII sec. era chiamata corsia dei Servi per la presenza della ormai demolita s. Maria dei Servi che si trovava al posto dell'attuale chiesa s.Carlo al Corso.
Quest'ultima è il tipico esempio di architettura neoclassica, ispirato al più noto Pantheon e, per quanto riguarda il colonnato, alla romana piazza san Pietro.
Particolari curiosi di s. Carlo al Corso sono due: le acquasantiere e il campanile. Le prime infatti sono due enormi conchiglie di molluschi marini e la loro origine ad oggi non è chiara, mentre la torre campanaria è la più alta della città e la si può ammirare solo dal retrostante corso Matteotti.



La galleria Passarella, che si trova quasi di fronte alla chiesa, deve il suo nome all'omonima contrada che prima occupava l'area del vicino corso Europa. Tale contrada via chiamata così perchè ospitava un'aia (in milanese era) che andava superata per poter procedere con il proprio cammino. Da qui di passaa l'era (sorpassa l'aia).
L'antico quartiere che qui avremmo trovato, caratterizzato da viuzze strette ed antiche, venne demolito nel 1953, per costruire l'attuale corso, prima parte della Racchetta, progetto che prevedeva la costruzione di una ampia strada, da piazza san Babila fino a piazzale Cadorna, per permettere alle auto di attraversare velocemente il centro storico. Per fortuna gli sventramenti furono fermati all'altezza di piazza Missori.
Delle antiche dimore l'unica sopravvissuta in corso Europa è il cinquecentesco Palazzo Litta Cusini Modignani, al numero 16.
Palazzo Litta Cusini Modigliani

Se si abbandona sulla propria destra la chiesa di s.Carlo al Corso, si può incrociare poco più avanti, la via s. Pietro all'Orto, così chiamata per la chiesa che fino al XVIII sec. qui si trovava. Questo originale nome (all'Orto) lo si deve ai grandi appezzamenti terrieri che in questa parte della città avremmo trovato, di proprietà dei frati dell'antico convento di s.Maria dei Servi. Ad oggi al posto degli orti troviamo edifici moderni; eppure il convento esiste tutt'ora nei pressi della chiesa, seppure con fattezze moderne.

Su via s. Pietro all'Orto sfocia la già citata Galleria de Cristoforis (vedi sopra) .


Sotto i portici di corso Vittorio Emanuele, al numero 13, troviamo "L'omm de preja" trattato, insieme alla retrostante piazza Liberty e alla galleria del Corso (che si apre quasi di fronte al Scior Carera), nel post di luglio del 2014.


Nessun commento:

Posta un commento