Varcato il portale settecentesco che si apre in corso Magenta, si accede al museo archeologico
http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/vivicitta/luoghicultura/musei_spazi_espositivi/museo
ospitato in quello che era, fino al XIX sec., il monastero maggiore di san Maurizio.
Il primo ambiente che si incontra costituiva uno dei tre
chiostri del monastero, l'unico integro giunto fino ai giorni nostri. Il secondo infatti, che si apre dopo la parte moderna del museo, è stato ampiamente danneggiato dai bombardamenti del '43, mentre quello gotico (nella vicina via Luini al civico 5) risulta essere menomato dall'ingordigia umana del XIX sec.: venne infatti privato di un lato, per poter aprire una nuova via, che avrebbe permesso più facilmente di edificare nelle ex aree verdi del monastero.
|
Chiostro gotico |
La maggior parte del materiale esposto si trova in un
edificio moderno subito dopo il primo chiostro; in origine al posto di questo corpo di fabbrica avremmo trovato il parlatorio delle monache (poi distrutto durante la seconda guerra mondiale): l'unica sala nella quale le monache avevano modo di incontrare, anche se saltuariamente e dietro una grata, i propri parenti.
Superato ciò che rimane del secondo chiostro invece, è possibile ammirare l'unica torre romana sopravvissuta della cinta muraria mediolanense del III sec. d.C:
torre di Ansperto (arcivescovo di Milano del IX sec. ritenuto, erroneamente, costruttore di questo elemento) che veniva utilizzato dalle monache come oratorio claustrale (gli affreschi risalgono al 1300). La tradizione cristiana ritiene che questa fosse la prigione dei primi martiri milanesi.
|
Torre di Ansperto |
|
Affreschi all'interno della torre: si vedono le monache battere le mani mentre cantano |
Non lontano dalla torre si possono notare i pochi resti di un'antica
domus romana repubblicana; in questo periodo infatti le abitazioni patrizie non risultavano ancora all'interno delle mura che saranno allargate solo con l'imperatore Massimiano.
|
Domus romana |
Sempre nello stesso cortile (una volta adibito a frutteto dalle monache), è possibile ammirare da vicino la
torre dei carceres (oggi campanile della chiesa): la torre che, insieme ad un'altra ormai scomparsa, delimitavano il cancellone dietro al quale erano allineati i cavalli pronti a correre nell'antico circo romano.
|
Torre dei carceres
|
Ecco come si presentava la zona ai tempi dell'impero romano
REPERTI CURIOSI... |
|
|
Testa raffigurante Zeus con naso posticcio applicato successivamente |
|
Tenero dettaglio di due coniugi raffigurati sul sarcofago che li costudiva... |
|
Sarcofago di un avvocato (IV sec. d.C.)
Il reperto narra attraverso le immagini alcuni momenti salienti della vita di
Caio Valerio Petroniano.
Sulla fronte compare l'immagine del giovane defunto vestito alla greca,
mentre a sinistra, con panni romani, lo si vede sdraiato su un kline mentre
un servo gli porta dei rotoli scritti. |
|
Lamine di piombo (IV-V sec. d.C.)
sezione Cesarea Maritima, Palestina
Le due lamine esposte, trovate arrotolate, sono maledizioni di carattere magico
che venivano successivamente occultate, poiché pratica proibita dalla legge.
Su questi supporti venivano scritti i nomi delle vittime (agonistiche, rivali in amore...)
con l'invito rivolto alle divinità dell'oltretomba
ad accoglierle!
|
Coppa diatreta Trivulzio
Capolavoro dell'artigianato del IV sec. d.C.
La scritta bibe vivas multis annis
augura con gioia
"bevi e vivi per molti anni" |
|
Nessun commento:
Posta un commento