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Longe prospicio: guarda lontano |
Esiste a Milano un quartiere, dal nome esotico, capace di farti sentire a casa e contemporaneamente altrove.
Esiste a Milano un quartiere con le sue vie trasandate capace di farti sentire a Lisbona.
Esiste a Milano un quartiere con le sue fabbriche dismesse capace di farti sentire a Berlino.
Esiste a Milano un quartiere con il suo naviglio capace di farti sentire a Milano.
Esiste a Milano un quartiere inimitabile: benvenuti a GRECO!
In merito a questa zona della città si potrebbe fantasticare sulla misteriosa presenza di colonie di greci che ai tempi di Giulio Cesare avevano colonizzato i dintorni. Invece il suo nome deriva, molto più prosaicamente, dalla famiglia Greco che anticamente dominava l'allora paese. Questo quartiere ha comunque perso i suoi connotati di comune indipendente nel 1923, anno di annessione a Milano, e la via Comune Antico ce lo ricorda. Nella perpendicolare via Bottelli, al posto dell'attuale scuola primaria, avremmo potuto trovare l'allora municipio. Poi le bombe, la speculazione edilizia, la miopia milanese hanno cancellato questa preziosa testimonianza storica.
Eppure parte dell'antico municipio ancora sopravvive nel cortile interno della scuola. Per il suo aspetto molto trascurato i bambini lo hanno soprannominato "il palazzo dei Fantasmi"!
Antico Municipio di Greco |
Curioso invece è il muretto che si trova di fronte all'attuale scuola. Bisogna sapere infatti che anticamente Greco era solcata da numerose rogge che veicolavano l'acqua della Martesana nei campi della zona. In via Bottelli avremmo potuto trovare il canale Fornasetta, ormai interrato. Oltre ai corsi d'acqua in questo quartiere avremmo potuto godere di numerose osterie colpevoli di rimandare spesso a casa uomini intrisi d'alcool. Dunque preziosi furono questi muretti, per la loro azione "salva il grechese dal bagno indesiderato".
Foto tratta da www. izi.travel |
E' Greco un quartiere molto emblematico per Milano: le tracce storiche vanno cercate con pazienza e le testimonianze si confondono ormai in mezzo all'abitato moderno.
Simbolo della zona è senz'altro la chiesa parrocchiale di san Martino, la quale ospita al suo interno una statua mariana davvero originale. Nella prima cappella a sinistra la mamma di Maria ha il capo coperto da un semplice foulard, invece del solito velo. Era questa la famosa Madonna dei Lavandai. Nella vicina Segnano operavano infatti molte lavandaie, le quali sfruttavano i numerosi fontanili per svolgere il proprio mestiere. Quelle di Segnano erano riconoscibili poiché indossavano questo grazioso foulard.
Statua mariana nella parrocchia di Greco |
A sinistra della chiesa barocca sorge una istituzione per la città di Milano: il Refettorio Ambrosiano.
Questa istituzione nasce nel cinema parrocchiale ormai dismesso da 15 anni. L'idea venne allo chef più titolato d'Italia: Massimo Bottura. Il cuoco modenese, insieme al regista televisivo Davide Rampello, nel 2015 pensarono di riutilizzare questi spazi per aprire una mensa per i poveri. Eppure, a differenza di altri posti deputati alla popolazione fragile, questo doveva essere in grado di unire solidarietà e bellezza. Ecco quindi che a dare dignità a questo luogo caritatevole fu chiamato l'artista Michelangelo Pistoletto, nonché famosi designer e la facoltà del Politecnico. Risultato? Un refettorio decisamente originale ed efficiente. Qui si unisce l'opera caritatevole dei volontari, con l'arte culinaria, con il design e con la cultura (i suoi spazi sono spesso utilizzati per tenere incontri culturali).
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Mimmo Paladino "Porta dell'accoglienza" Foto di Wilma Viganò |
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Interno Foto tratta dal sito www.farsiprossimo.it |
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Dettagli Foto di Wilma Viganò |
Dove oggi sorge l'oratorio, a sinistra della chiesa, fino al 1977 avremmo potuto trovare la nobile Villa Litta. Questa ricca famiglia aveva qui una residenza che fungeva sia da luogo di vita dei contadini che curavano i possedimenti e sia da luogo di delizie per i nobili componenti della famiglia Litta. All'interno dell'edificio c'era un oratorio interamente affrescato nel XVI sec. da Bernardino Luini. La villa, con la sua piccola struttura religiosa, è stata abbandonata, è caduta in rovina e rasa al suolo, ma gli affreschi per fortuna si sono salvati. Ad oggi però per poterli ammirare dobbiamo recarci...al Louvre di Parigi!
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Foto tratte dalla pagina Facebook di Milano Scomparsa |
Alle spalle della chiesa esiste una via dedicata a Carlo Conti. Il presentatore toscano starà sicuramente facendo i debiti scongiuri, dal momento in cui le vie vengono intitolate a persone non più esistenti. Eppure il Carlo Conti in questione aveva anche lui a che fare con la musica, ma visse nel XIX sec (l'abbronzato personaggio televisivo può tranquillamente tirare un sospiro di sollievo).
In questa via troviamo ciò che rimane della "Cort Granda de Grec". Gli abitanti di Greco la chiamavano "Corte di Pures" poiché i proprietari erano la famiglia Pulici. Il soprannome aveva comunque un tocco di ironia dal momento in cui "Pures" in milanese significa pulci.
Corte di Pures |
Era questa una cascina molto grande e come tutte spesso isolate. Gli abitanti facevano un po' vita a sé, dato che qui c'era la possibilità di essere autosufficienti sotto molti aspetti. La signora Felisa era la "lavandera de culur" (la lavandaia particolarmente abile con i colorati) di Greco e quando doveva recarsi nella vicina Parrocchia di san Martino diceva: "Oggi vado in città".
Questa cascina inoltre è diventata famosa grazie ad Alessandro Manzoni. Ne "I promessi sposi" lo scrittore milanese ci racconta che Renzo, recandosi a Milano, dormì una notte all'interno del cascinotto.
Sul far della sera, (Renzo) giunse a Greco, senza però saperne il nome; ma, tra un po’ di memoria dei luoghi, che gli era rimasta dell’altro viaggio, e il calcolo del cammino fatto da Monza in poi, divisando dovere essere assai presso alla città, uscì della strada maestra, per andar nei campi in cerca di qualche Cascinotto dove passar la notte; chè con osterie non si voleva impacciare. Trovò meglio che non cercava: vide aperta una callaia in una siepe che cingeva il cortile d’una cascina; entrò a buon conto. Nessun v’era: vide da un canto un gran portico con sotto del fieno abbarcato, e a quello appoggiata una scala a piuoli; si guardò un’altra volta tutt’all’intorno, e poi salì alla ventura, si accomodò quivi per passar la notte, e prese tosto sonno, per non destarsi che all’alba. Desto, si condusse carpone verso l’orlo di quel gran letto, mise il capo fuori, e, non vedendo pur nessuno, scese per donde era salito, uscì per donde era entrato, si mise per istraduzze, prendendo per sua stella polare il duomo; e, dopo un brevissimo cammino, venne a sbucar sotto le mura di Milano, tra porta orientale e porta Nuova, e assai presso a questa.
Targa commemorativa con il brano de "I Promessi Sposi" apposta sulla scuola primaria di Greco |
Altra cascina storica e importante per Greco è sicuramente la Cassina de Pomm (via Melchiorre Gioia 194).
Cassina de Pomm, ad oggi elegante condomino con birreria al pian terreno |
Questo bell'edificio, con un meraviglioso glicine sulla sua facciata, risale al XV sec. Qui infatti Ludovico il Moro volle una piantagione di mele (pomm in milanese) con relative abitazioni atte ad ospitare i contadini che se ne prendevano cura.
Nel secolo successivo l'edifico fu modificato per ospitare anche la nobile famiglia possidente, nei loro periodi di riposo. A partire dal XVI secolo i proprietari risultavano essere i De Leyva e questo ci fa giungere alla conclusione che…Marianna, meglio conosciuta come la Monaca di Monza, si recava in vacanza a Greco!
Di fronte alla cascina fa bella mostra di sé un ponte in ferro dei primi anni del Novecento soprannominato Ponte del Pan Fiss. I milanesi, con un po’ di invidia, sostenevano che questo manufatto veniva percorso dai loro concittadini fortunati poiché assunti a tempo indeterminato dalla dirimpettaia fabbrica di candele Bonomi. Fabbrica ad oggi non più esistente poiché abbattuta durante l'ultimo conflitto mondiale. Al suo posto è sorto un parchetto, molto apprezzato dagli abitanti del quartiere, il quale costudisce al proprio interno una garitta che veniva utilizzata da massimo due persone in caso di bombardamento.
Ponte del Pan Fiss |
Ex garitta della fabbrica Bonomi |
Ora che ci troviamo idealmente sulla Martesana (o sul Martesana, come qualcuno dice), passeggiamo lungo la sua alzaia, trasformata in una moderna pista ciclabile, la quale costeggia tutto il canale fino ad arrivare al fiume Adda. Prossima destinazione: Gorla.
Subito dopo il parchetto - ex fabbrica Bonomi, sorge un locale davvero originale: il Tranvai. Questo moderno bar è caratterizzato da un tram degli anni Venti del Novecento. L'interno è stato trasformato in luogo dove vengono spillate deliziose birre e cucinati piatti semplici e gustosi. All'esterno invece è possibile, non solo essere serviti al tavolo sotto un pergolato, tra sedili ATM e vere obliteratrici, ma anche godere di spettacoli sul piccolo palcoscenico del locale.
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Foto tratta dalla pagina Facebook del locale |
Passeggiare lungo la pista ciclabile è una esperienza particolare: tra biciclette che sfrecciano a tutte le ore e impiegati che, mentre fanno jogging, parlano apparentemente da soli, si incrociano diverse arcate ferroviarie. Qui la città ha mantenuto il suo sapore di vecchia metropoli industrializzata di inizio Novecento, mentre il suono del treno che entra lentamente in Stazione Centrale è sicuramente la colonna sonora di Greco. Fa impressione notare come alcuni condomini siano proprio a ridosso dei binari, quei binari sorretti da arcate che fungono da abitazione a senza tetto e che spesso sono il contesto di grandi opere d'arte moderne.
Greco è sicuramente un luogo multi etnico, che ha mantenuto il suo aspetto di quartiere industrializzato (qui sorgeva ad esempio la fabbrica delle Patatine san Carlo). Ma è proprio in realtà come queste che si ha modo di scoprire la Milano con il cuore in mano. A due passi dalla Stazione Centrale ad esempio sorgeva (e ancora adesso è operativa, anche se con una gestione diversa) il centro di accoglienza voluto dal carismatico fratel Ettore. Innumerevoli sono le iniziative operanti nel sociale (il già citato Refettorio Ambrosiano, servizi della coop. soc. Spazio Aperto Servizi, iniziative delle parrocchie…) che spingono il quartiere ad essere vissuto anche da senza tetto o in generale persone in stato di fragilità. Tuttavia questa situazione sembrerebbe non presentare particolari aspetti di criticità per Greco.
Dormitorio pubblico di via Sammartini |
Diversa invece è la situazione del divisivo Leoncavallo (via Watteau 7). Questo centro sociale è stato chiuso definitivamente il 21 agosto di quest'anno, generando polemiche e giubilo nell'opinione pubblica. Il centro era all'interno di una ex cartiera e i numerosi graffiti in essa ospitati hanno spinto il critico d'arte Vittorio Sgarbi a definirla "la Cappella Sistina della contemporaneità". Si rimane in attesa di sapere quale sarà il destino del centro sociale e dello stabile che lo ospitava, nella viva speranza che l'arte qui creata non venga distrutta.
Graffito esterno al Leoncavallo |
Ma Greco è soprattutto Martesana ed è esattamente qui che torniamo idealmente. Poco più indietro del Ponte del Pan Fiss avremmo potuto trovare in passato il porto che ospitava i tanti barconi atti a scaricare, tra l'altro, la sabbia per costruire la Milano post bellica.
Ex porto di Greco Luogo che ospitava il porto di Greco |
Invece poco più avanti (direzione via Melchiorre Gioia) c'era la spiaggia di Greco. Erano tempi in cui non andava ancora di moda abbandonare la città nei mesi più caldi, così i ragazzi, a poca distanza dai barconi, si tuffavano nelle acqua fresche del canale, talvolta sfruttando anche il ponte di ferro.
Qui, a due passi da quello che era "un luogo di villeggiatura" per i figli degli operai e contadini del quartiere, la Martesana saluta tutti i presenti con un bel balzo per poi sparire sotto l'asfalto del vialone di Melchiorre Gioia. Era il 1962 e Milano stava vivendo un periodo di grande ripresa economica. I trasporti ormai avvenivano su gomma e non più sugli elefantiaci barconi. I ragazzi andavano al mare e non si tuffavano più nella Martesana. Le macchine imprecavano, incolonnate com'erano ai lati del canale, non comprendendo l'utilità e la portata storica di quell'opera idraulica. Si andava di fretta e dunque la via Melchiorre Gioia, così come la vediamo oggi, portò veramente GIOIA nei cuori dei sempre affaccendati milanesi.
Oggi fa un po' tenerezza pensare che sotto ai nostri piedi scorre l'acqua dell'Adda che anticamente andava a mischiarsi con quella del Ticino, nel momento in cui raggiungeva la cerchia dei Navigli… Ma forse va bene così: non sarebbe stato poi così bello vedere i moderni palazzoni della via Gioia specchiarsi nell'acqua. Non sarebbe servita a nessuno quel tratto di Martesana: né ai milanesi che vogliono passeggiare gustandosi un gelato sulle sponde del canale e né ai comballi che oggi non timonano più un barcone in balia delle correnti dell'Adda, ma camion che a volte sembrano così fuori luogo in questa piccola città.
Cara mia piccola e grande Milano.
CARTOLINE DA GRECO
La leggenda narra che una volta una coppia da Milano giunse in una trattoria di Greco. Qui la coppia chiesa la specialità della casa, ossia un bel bicchiere di limonata fresca. L'oste prese un bicchiere d'acqua, ci aggiunse del limone spremuto, quindi dello zucchero e infine prese una lima sporca da falegname per mischiare la bevanda. Quando la coppia si lamentò, il titolare, con la massima professionalità, rispose: " Ma cosa pretende dalla Trattoria ai Matti? Non ha letto l'insegna??". Ad oggi la trattoria non esiste più e forse non è mai esistita.
Greco è da sempre stato un quartiere con una forte componente agricola e industriale.
I suoi abitanti, in prevalenza contadini e operai, erano di sicuro orientati verso ideali socialisti. Per tale ragione dunque, prima dell'avvento del Fascismo, alcune vie vennero intitolate a ideali molto sentiti da chi ci viveva. Ecco spiegata l'esistenza di via Progresso, via della Giustizia e via Popoli Uniti.
Ex cinema Abanella che dal 1985 ospita le prove dei musicisti del Teatro alla Scala |
Chiesa santa Maria Goretti |
"Non di solo pane". Scritta in greco antico proveniente dal padiglione Expo del Vaticano e posizionata su una parete esterna del Refettorio Ambrosiano |
Saluti da Greco |
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