sabato 27 settembre 2014

CORSO VITTORIO EMANUELE parte 2

Terrazza all'ultimo piano della Rinascente
Dunque l'ultimo post si era concluso in via san Pietro all'Orto, a circa metà di corso Vittorio Emanuele II; parallela alla prima via si trova via san Paolo (che conduce in piazza Liberty e che da lì prosegue fino a piazza Meda) la quale deve il suo nome ad una chiesa demolita. In questa via è possibile ammirare Palazzo Spinola (al civico 10) del XVI sec., anche se fortemente rimaneggiato nel XIX.
Questo edificio è la sede della società del giardino, il più antico club per gentiluomini di Milano. Il Circolo fu fondato nel 1783 da 32 borghesi con lo scopo di riunirsi in locali all'aperto per giocare a bocce. I gentiluomini ad oggi hanno modo di poter godere all'interno del palazzo delle più svariate attività culturali, nonché ricreative (biliardo, gioco degli scacchi, palestra e golf). Inoltre a giugno si tiene una grande festa con tutti i soci ("la festa delle rose"), mentre a gennaio il Consolato Generale Austriaco tiene un ballo viennese con debuttanti e cadetti della scuola militare milanese "Teuliè".
La società del Giardino è inoltre la sede di una delle più prestigiose scuole nazionali di scherma che ha partorito campioni del calibro di Matteo Tagliarol (medaglia d'oro ai giochi olimpici di Pechino 2008) o Angelo Mazzoni (medaglia d'oro ai giochi olimpici di Sidney 2000).

Sala d'oro Palazzo Spinola

Piazza Meda (in fondo a via san Paolo) è salita agli onori delle cronache invece qualche anno fa (2008 circa) poiché sotto di essa era stato trovato un sito archeologico dell'imperiale Mediolanum del quale poi non si è saputo più niente. Vien da pensare che, nella fretta di costruire il parcheggio sotterraneo che oggi troviamo in piazza, il miope comune di Milano abbia deciso di sotterrare questo immenso patrimonio per non ostacolare i lavori!!!!!!!


La penultima via sulla sinistra del corso (prima di piazza Duomo) è via Cesare Beccaria, dedicata al famoso giurista, una volta facente parte della contrada di s.Martino, dalla chiesa omonima demolita nel '700.

L'ultima via sulla sinistra è invece via Pattari. L'etimologia di questa via è controversa: secondo alcuni deriverebbe dai patari (o catari), eretici dell'XI secolo, che qui risiedevano. Secondo altri invece qui avremmo trovato i robivecchi o "patèe" che avrebbero dato poi il nome alla via.

Magnolia in fiore nei pressi dell'abside del Duomo

Conclude il corso il Palazzo della Fabbrica del Duomo. Al posto di questo edificio, avremmo trovato fino al 1853 un accampamento di fatiscenti abitazioni occupate dalle maestranze che lavoravano alla "fabbrica del Duomo", cioè alla costruzione della cattedrale. Sempre in questo luogo c'era il cimitero della Cattedrale al centro del quale era stata edificata una chiesetta, s.Maria Relogi, oggi rinominata s. Maria Assunta in Camposanto.
La chiesa antica prese il posto di una precedente cappella dedicata ai SS Coronati, soppressa nel XVII sec. e impreziosita da una meridiana che venne trasferita sulla facciata di s. Maria Relogi. Il nome della chiesa dunque deriva dall'allora funzione di orologio che aveva per questa parte della città.
L'attuale S. Maria Assunta in Camposanto risulta essere molto graziosa; è possibile visitarla solo in occasione delle celebrazioni (ad oggi, dal lunedì al venerdì alle 13.10 e la domenica alle 11.30) ed è inoltre la cappellania cattolica giapponese.

Orologio sulla sommità del Palazzo rappresenta il giorno (con la mano sulla fronte per ripararsi dal sole) e la notte (dormiente)
Proseguendo verso piazza Duomo, sulla destra si trova via santa Radegonda. Poco prima, sotto i portici è possibile ammirare la piccola lapide che ricorda un episodio storico citato anche dal Manzoni ne "I Promessi Sposi": a questa altezza infatti si trovava il famoso forno delle grucce (in milanese prestin di scansc) preso d'assalto dai milanesi esasperati dalla fame nel 1628.


Via santa Radegonda si chiama così per l'omonimo convento e ospedale benedettino abbattuti nel 1783 su progetto del Piermarini, il quale, con questa via, permise ai regnanti austriaci di recarsi agevolmente da Palazzo Reale al neonato Teatro alla Scala.
Ad oggi, all'angolo con c.so Vittorio Emanuele troviamo il cinema Odeon, ma prima di esso avremmo ammirato diversi edifici storici che, come spesso capita nelle città storiche, si sostituirono vicendevolmente. Dunque nell'ordine qui sorgeva una chiesa con annesso convento benedettino, quindi il teatro santa Radegonda (fine XVIII sec.), quindi una centrale termoelettrica (la seconda al mondo! 1883), infine l'attuale cinema Odeon (1926).

Centrale termoelettrica


All'angolo di via santa Radegonda con corso Vittorio Emanuele si trova La Rinascente, grande magazzino specializzato nella vendita di prodotti d'abbigliamento e per la casa, vanto per la città... oggi, ahimè, di proprietà thailandese.
Questo glorioso magazzino nacque nel 1865 grazie all'iniziativa dei fratelli Bocconi i quali altri non erano che venditori ambulanti di stoffe.
Sull'esempio dei magazzini parigini, riuscirono ad avere un grande successo aprendo il primo negozio di abiti pre-confezionati della città. Negozio che, visto il riscontro positivo, dovette ingrandirsi e spostarsi nella sede attuale, prendendo il nome di Alle città d'Italia. Solo nel 1917, dietro suggerimento di Gabriele D'Annunzio, cambiò il proprio nome in Rinascente,
L'aspetto attuale dell'edificio è dovuto all'ennesimo rifacimento (questa volta in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale); chi lo visita non può certo perdersi la meravigliosa visuale che si può godere dal terrazzo all'ultimo piano sulle guglie del Duomo.
Un'ultima curiosità: Ferdinando Bocconi, uomo di larghe vedute, mandò i suoi figli a studiare all'estero, in Svizzera e negli Stati Uniti. Tutto questo gli fece prendere coscienza del fatto che in Italia mancava un adeguato corso di studi di taglio economico-commerciale. Di qui il progetto di aprire una apposita università, inaugurata nel 1902 e che vanta tutt'oggi il primato di essere la prima ad aver introdotto la laurea in Economia nel nostro paese. Questa università venne dedicata a Luigi, figlio di Ferdinando, caduto nella battaglia di Adua nel 1896.


Parallela a via santa Redegonda si trova via san Raffaele, così chiamata per l'omonima chiesa ...
fortunatamente ancora presente!

Dettaglio facciata chiesa san Raffaele

CORSO VITTORIO EMANUELE parte 1


Plastico per non vedenti del centro della città posto di fronte alla chiesa di san Carlo al corso 

Questo corso, "croce e delizia" di ogni milanese, parte da piazza s.Babila per arrivare in piazza Duomo. Insieme alla seconda parte del tragitto (quella che dal Duomo arriva fino al Castello) forma l'isola pedonale più grande d'Europa, con i suoi circa 1500 metri.



L'attuale assetto di piazza s. Babila è frutto del piano regolatore del 1934 che ha stravolto l'aspetto della piazza: le case medioevali sono state sostituite dagli edifici che tutt'oggi la circondano.
Quello maggiormente degno di nota è il Palazzo del Toro, chiamato così perché anche attualmente ospita le Assicurazioni Toro. Questo edificio sostituì la meravigliosa Galleria de Cristoris che qui venne edificata nel 1832 e così battezzata in onore della famiglia che ne sostenne le spese di costruzione.
La via coperta, chiamata dai milanesi contrà de veder (strada di vetro perchè costituita di vetro e ferro), o galleria vegia (in contrapposizione con quella nuova: la galleria Vittorio Emanuele) aveva un primato: quella di essere stata la prima galleria inaugurata in Italia. Qui i milanesi si recavano per poter fare acquisti o frequentare i caffè che vi erano ospitati, senza essere disturbati dal caos cittadino o dagli agenti atmosferici, sull'esempio delle gallerie parigine. Ad oggi il comune di Milano ha aperto un'altra galleria con questo nome poco più avanti rispetto a piazza san Babila.
A destra del Palazzo del Toro, guardando in direzione di piazza Duomo, svetta un palazzo di 15 piani: Torre Snia Viscosa; questa fu il primo grattacielo ad essere costruito a Milano (1937) e definito dai cronisti dell'epoca "rubanuvole".

Ascensore Torre Snia Viscosa con ritratto della moglie del progettista

Piazza san Babila deve il suo nome alla chiesetta posta sul lato est della piazza. Dall'aspetto neoromanico (fu completata nel 1905), non è rimasto praticamente nulla delle sue precedenti vesti romaniche e barocche. Eppure, in origine, pare che al posto di questo edificio religioso, ci fosse un piccolo tempio dedicato al dio Sole.
In questa zona della città convergevano le mura difensive dell'antica Mediolanum e fuori di esse il fiume Seveso confluiva nel fossato esterno difensivo.
San Babila fu un santo martire orientale (III sec. d.c.) martirizzato insieme a tre fanciulli a lui affidati dalla madre affinché ricevessero una educazione cristiana. Li vediamo raffigurati nel mosaico del XIX sec. posto nel catino dell'abside della chiesa. Particolare interessante di questa struttura è il coperchio del fonte battesimale posto nella prima cappellina a sinistra dove, tra l'altro, venne battezzato Alessandro Manzoni nel 1785.
Curiosa invece è la storia della colonna che si erge di fronte alla chiesa:
nel XV sec. Milano era in perenne lotta con la Repubblica veneziana per contendersi i territori che ancora attualmente si trovano tra le due vecchie potenze militari. Si racconta che Venezia riuscì ad arrivare alle porte di Milano per sferrare l'attacco decisivo di notte, mentre i milanesi dormivano...in realtà dormivano tutti tranne un prestinee (panettiere) che aveva il forno proprio vicino a Porta Orientale (l'attuale via san Damiano, poco distante da piazza s.Babila). Questo "eroe per caso", accortosi dell'esercito veneziano che si era accampato nei pressi della porta, andò ad allarmare tutta la città, la quale non si fece trovare impreparata di fronte all'attacco veneziano. L'esercito nemico infatti non poté fare altro che battere in ritirata, lasciando sul campo il proprio stemma: il Leone di san Marco che oggi troviamo issato sulla colonna seicentesca di fronte alla chiesa.

http://www.arte.it/guida-arte/milano/da-vedere/chiesa/chiesa-di-san-babila-1506/immagini


Da p.za s. Babila ha dunque inizio corso Vittorio Emanuele II, antica strada dell'antica Mediolanum. Fino al XVII sec. era chiamata corsia dei Servi per la presenza della ormai demolita s. Maria dei Servi che si trovava al posto dell'attuale chiesa s.Carlo al Corso.
Quest'ultima è il tipico esempio di architettura neoclassica, ispirato al più noto Pantheon e, per quanto riguarda il colonnato, alla romana piazza san Pietro.
Particolari curiosi di s. Carlo al Corso sono due: le acquasantiere e il campanile. Le prime infatti sono due enormi conchiglie di molluschi marini e la loro origine ad oggi non è chiara, mentre la torre campanaria è la più alta della città e la si può ammirare solo dal retrostante corso Matteotti.



La galleria Passarella, che si trova quasi di fronte alla chiesa, deve il suo nome all'omonima contrada che prima occupava l'area del vicino corso Europa. Tale contrada via chiamata così perchè ospitava un'aia (in milanese era) che andava superata per poter procedere con il proprio cammino. Da qui di passaa l'era (sorpassa l'aia).
L'antico quartiere che qui avremmo trovato, caratterizzato da viuzze strette ed antiche, venne demolito nel 1953, per costruire l'attuale corso, prima parte della Racchetta, progetto che prevedeva la costruzione di una ampia strada, da piazza san Babila fino a piazzale Cadorna, per permettere alle auto di attraversare velocemente il centro storico. Per fortuna gli sventramenti furono fermati all'altezza di piazza Missori.
Delle antiche dimore l'unica sopravvissuta in corso Europa è il cinquecentesco Palazzo Litta Cusini Modignani, al numero 16.
Palazzo Litta Cusini Modigliani

Se si abbandona sulla propria destra la chiesa di s.Carlo al Corso, si può incrociare poco più avanti, la via s. Pietro all'Orto, così chiamata per la chiesa che fino al XVIII sec. qui si trovava. Questo originale nome (all'Orto) lo si deve ai grandi appezzamenti terrieri che in questa parte della città avremmo trovato, di proprietà dei frati dell'antico convento di s.Maria dei Servi. Ad oggi al posto degli orti troviamo edifici moderni; eppure il convento esiste tutt'ora nei pressi della chiesa, seppure con fattezze moderne.

Su via s. Pietro all'Orto sfocia la già citata Galleria de Cristoforis (vedi sopra) .


Sotto i portici di corso Vittorio Emanuele, al numero 13, troviamo "L'omm de preja" trattato, insieme alla retrostante piazza Liberty e alla galleria del Corso (che si apre quasi di fronte al Scior Carera), nel post di luglio del 2014.