mercoledì 8 settembre 2021

"FORSE NON TUTTI SANNO CHE…" : VIE MILANESI DAVVERO SORPRENDENTI



 "Qui morì Vione". Questo si poteva leggere nel XIV sec. a Milano, nell'attuale Morivione. 

Vione altro non era che un solitario bandito, il quale prese l'abitudine nel 1300 di terrorizzare gli abitanti del contado a sud di Milano. Esasperati dalle continue scorribande, i residenti del posto si rivolsero ad Azzone Visconti, Signore di Milano, il quale fece uccidere il brigante. Per ricordare l'evento venne eseguita la famosa scritta su un muro, dalla quale però a breve scomparve la parola "qui". Ecco spiegata l'origine della via Morivione che diede poi nome all'intero quartiere.

Spesso nelle città antiche, l'origine del nome di una via va fatto risalire ad un episodio storico della città.


E' il caso ad esempio di via Case Rotte

Sede della Banca Commerciale Italiana
sorta al posto delle Case Rotte.
Autore: PAOLOBON140 

Questo buffo nome nacque nel 1311 in seguito ad una cruenta battaglia che portò alla completa demolizione del quartiere dei Della Torre. Erano questi ultimi schierati contro la nobile famiglia dei Visconti per il controllo della città. Tuttavia i Torriani risultarono essere perdenti dal momento in cui si trovarono contro addirittura l'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo. 


Stesso discorso per via Valpetrosa … 

Nel 1162 Milano fu interamente rasa al suolo dall'Imperatore Federico Barbarossa. Si suppone che, dove oggi troviamo la via, vennero ammonticchiate le macerie (pietre) per la ricostruzione della città.


Ma i milanesi, o meglio chi la governava in quegli anni, non sono sempre stati inermi nei confronti degli invasori (o potenziali tali).

Ne sanno qualcosa gli spagnoli i quali, subentrati ai francesi nel dominio della città nel XVI sec., pensarono bene di rinforzare le difese del Castello. Gli iberici, che "non dormivano di notte" al pensiero che i gallici potessero tornare, capirono che conquistare il maniero meneghino significava entrare in possesso della città. Fu così che costruirono attorno al Castello Sforzesco delle mura a stella estese all'incirca fino all'attuale corso Sempione. Non sentendosi abbastanza sicuri, fecero costruire anche uno stratagemma militare chiamato Porta Tenaglia. Gli invasori infatti al loro arrivo avrebbero trovato questa porta stranamente aperta. Nel caso in cui si fossero introdotti, sarebbero rimasti incastrati, a mo' di tenaglia, dentro ad una sorta di corridoio circondati dall'esercito spagnolo. 

Di tutte queste difese militare non rimane più traccia, se non nel nome di una via vicino a Moscova: via Porta Tenaglia che ha tutt'oggi l'importante compito di ricordarci che qui avremmo trovato quel micidiale finto ingresso alla città. 


Eppure non tutte le vie milanesi ci riportano ad episodi cruenti e distruttivi. La via Berna ad esempio ci ricorda un episodio di solidarietà tra i popoli.

Correva l'anno 1946 e Milano versava in condizioni davvero disastrose: mediamente un edificio su quattro era stato bombardato e molti erano i cittadini che non avevano più un tetto sulla testa. La vicina Svizzera, uscita con le ossa integre dal secondo conflitto mondiale, regalò alla città di sant'Ambrogio 40 casette di legno, nonché una chiesa prefabbricata, un emporio e una scuola materna. Oggi il Villaggio Svizzero non c'è più, ma in compenso, in segno di gratitudine, la municipalità ha deciso di intitolare alcune vie in zona Inganni alle città svizzere. Ecco perché molte agiate famiglie si ritrovano attualmente a vivere in via Zurigo, via Berna, via Lucerna e via Basilea.





Via Laghetto

Anche la via Laghetto ci riporta ad un momento molto costruttivo per la città. Qui infatti avremmo trovato, fino al 1857 un piccolo porto (conosciuto con il nome di "laghetto di santo Stefano", vista la vicinanza dell'omonima chiesa) utilizzato per scaricare i marmi giunti via Navigli e poi utilizzati per la costruzione del vicino Duomo.


Alcune vie, con i loro nomi così originali, possono trarre in inganno. E' il caso ad esempio di via Asole, la quale non sta ad indicare la presenza di svariate sarte intente a cucire delle asole, ma semplicemente l'antica presenza di numerose asine.

Anche via Croce Rossa non ospitava la moderna organizzazione umanitaria, ma semplicemente una osteria con una austera insegna con la croce rossa.


Tra tutte poi la via Gentilino è quella che maggiormente trae in inganno: non ospitava infatti persone educate e garbate, ma bensì un cimitero. Il suo nome pare derivasse dall'aspetto armonioso delle celle funerarie che qui erano state edificate.


Fonte: www.visitingmilan.it

Cosa dire infine di piazza della Conciliazione? Il suo toponimo rimanda alla fine della sofferenza di una guerra o all'armonia tra i popoli; in realtà è il luogo più enigmatico di Milano. Ad oggi infatti nessuno è riuscito a capire qual è l'origine del suo nome.


Tuttavia, se alcune vie possono trarre in inganno, altre non possono nemmeno vantarsi di essere...una via!

E' il caso ad esempio di Verziere (e dunque non "via Verziere"). Questo luogo era talmente importante in passato per i milanesi (qui si vendeva la frutta e la verdura) che probabilmente nel tempo è stato semplicemente ricordato così.


Esiste un incrocio di vie a Milano che ha invece preso il nome del numero delle vie che lì si incontrano: Cinque Vie.


Infine, di tutte le vie meneghine, sicuramente quella più originale è la Strada della Carità: non "via" ma "strada". Non si conosce la ragione per cui con il tempo tutte le strade e contrade della città siano diventate vie e invece questa è rimasta "strada". Ad ogni modo, quello che si sa è che la zona ospitava una struttura religiosa di monaci cistercensi dediti alla carità. 


Passano i secoli, passano gli occupanti, passano le Giunte, ma la confusione non passa, anzi aumenta. L'attuale via Unione in origine si chiamava contrada dei Nobili; Napoleone la ribattezzò contrada dell'Eguaglianza; gli austriaci tornarono a rinominarla contrada dei Nobili; con il Risorgimento venne definitivamente chiamata via dell'Unione (degli italiani).


Eppure c'è una via che tenta di dimenticare il suo nome originario, pur non riuscendoci. La povera via Mazzini infatti in origine si chiamava via Carlo Alberto di Savoia, eppure la farmacia che si affaccia a metà strada rimane lì a ricordare a tutti le origini monarchiche di questa importante via.


Strana materia la toponomastica: governatori megalomani cambiano i nomi alle strade credendosi novelli Adamo incaricati da Dio a battezzare la terra sulla quale camminano. Ma i cittadini non fanno altro che andare in confusione; così capita che quella via che oggi espone un certo nome al suo principiare, viene chiamata da tutti con il suo vecchio appellativo.

…Ma questo non succede ormai più nella moderna metropoli milanese che vive al presente proiettata verso il futuro...scordandosi però così il suo passato.

Ecco, l'intento di questo mio post è anche quello di riscoprire le radici (e con esse l'origine dei nomi delle vie) di questa Milano così curiosa, così sorprendente. 


Tutte le calamite pubblicate un questo post sono create e prodotte da Emanuele Mantovani