porta del Barchio vista dalla strada coperta della Ghirlanda |
La porta di uscita dal castello, verso il parco Sempione si chiama porta del Barchio perché conduceva al giardino ducale detto Barcho.
La torre sulla sinistra (guardando la facciata posteriore, 16) si chiama Falconiera perché ospitava, alla propria sommità, l’aula dove vivevano questi rapaci tanto amati dagli Sforza. I falchi erano capaci di condurre spettacolari battute di caccia e alla loro morte, si provvedeva a seppellirli in maniera dignitosa, come nel caso del falcone di Galeazzo Maria Sforza, trovato sepolto nelle mura del castello insieme a un cartiglio esplicativo “che pareva fosse creato solo per dar piacere al Ill.mo S.re Duca”.
La caratteristica della sala Falconiera, forse progettata dal Bramantino, è quella di avere un soffitto che si regge da solo senza la necessità di alcun supporto che poggi per terra.
Sala Falconeria |
La Rocchetta e la Corte Ducale erano senz'altro le zone più vulnerabili del castello perché costruite al di fuori delle mura medioevali (Porta Giovia, 11, si apriva infatti all'interno delle mura stesse) e rivolte verso la campagna e dunque verso le possibili invasioni da parte dei nemici. A tal fine vennero costruite ulteriori mura difensive a difesa di questa parte del Castello, chiamate “la Ghirlanda” perché poste sul capo della struttura, così come la ghirlanda, tipica acconciatura rinascimentale, si trovava sulla testa della maggior parte delle dame dell’epoca.
Con la risistemazione del Castello, avvenuta nei primi anni del novecento, la ghirlanda è stata parzialmente demolita: è sopravvissuta solo la parte al di sotto delle livello stradale. Questo ha permesso di preservare una parte assai preziosa: la strada coperta. Era questa una via strategica per la difesa del Castello e per permettere ai sovrani di scappare in caso di pericolo. Dal Rivellino (primo baluardo a difesa del castello costruito all'interno del fossato, 2) si poteva accedere a questa strada illuminata dalle finestre che si affacciano sul fossato. La strada compiva l’esatto percorso della Ghirlanda, ma da questa si dipanavano una serie cunicoli che portavano in (allora) aperta campagna dove l’esercito milanese aveva la possibilità di cogliere di sorpresa quello nemico
Gabinetto posto nella sala delle Guardie presso il Rivellino |
Un cunicolo portava alla porta del Soccorso (tutt'ora presente all'ingresso del parco Sempione), mentre altri due portavano alla chiesa di santa Maria delle Grazie e a quella di san Marco. Il primo cunicolo è tutt'ora esistente, anche se parzialmente murato, mentre del secondo non c’è più traccia (post 18 maggio 2014). Il cunicolo per santa Maria delle Grazie è noto venisse regolarmente utilizzato da Leonardo da Vinci che, dalle sue stanze al Castello si recava al Refettorio della chiesa per terminare il celebre “Cenacolo”.
Strada coperta della Ghirlanda FONTE: www.milanoneicantieridellarte.it |
Oggi è possibile visitare la strada coperta ( Ad Artem, Opera d'arte) e solamente gli ingressi dei vari cunicoli poiché interrotti e murati per varie ragioni (costruzione di strade, metropolitana, acquedotto…).
Visita guidata alle Merlate del Castello con una guida speciale... Leonardo da Vinci! |
Inoltre la strada coperta ha un altro importante merito: quello di aver dato il nome a tutto ciò che socialmente viene disprezzato perché portatore di distruzione; mi riferisco al fenomeno del teppismo.
Nella prima metà del XIX sec. infatti una banda di ragazzacci milanesi avevano l’abitudine di ritrovarsi nella strada coperta del Castello che allora risultava essere abbandonata e completamente ricoperta di muschio. Muschio che in milanese si dice “teppa”, da qui il soprannome banda della teppa e dunque teppista. Questi ragazzi avevano l’abitudine di fare scherzi pesanti, soprattutto ai danni delle ragazze milanesi, le quali, secondo loro, altro non ambivano che a sposarsi con gli odiati soldati austriaci. La strada coperta permetteva di colpire e scappare senza essere intercettati. Questa situazione venne sopportata fino al giorno in cui, tra le vittime degli scherzi, non ci fu anche una ragazza appartenente a una famiglia molto vicina al viceré austriaco, il quale decise di non tollerare più la situazione: per ironia della sorte la banda fu sciolta e i loro componenti costretti a “mettere la testa a posto” arruolandosi in maniera coatta nell'esercito austriaco!
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