lunedì 16 febbraio 2015

CASTELLO SFORZESCO. MUSEI

  • Angelo Maria Crivelli detto Crivellone. "Volpe e gatto tra volatili", 1690. Dettaglio
Se oggi il Castello è un punto di riferimento importante per la cultura milanese, dobbiamo dire grazie a Luca Beltrami e alla sua lungimiranza.
L'architetto milanese infatti riuscì ad evitare che il maniero sforzesco fosse raso al suolo e al suo interno vi collocò una serie di opere d'arte altrimenti pellegrine per la città.
sito ufficiale castello sforzesco

Questo mio post non ha la pretesa di essere una guida alle opere e agli spazi degli immensi musei, proverà invece a dar luce agli aspetti più curiosi, dato sicuramente soggettivo.

L'ingresso ai musei avviene dall'ala destra del cortile della Corte Ducale.
Sala 1: Museo d'Arte Antica, opere paleocristiane lombarde

Sarcofago del IV sec. d.c. con, in rilievo, il ritratto del defunto mentre svolge il suo lavoro di calzolaio


Sala 3: Museo d'Arte Antica. Era questa forse l'antica cappella di san Donato, come testimonia il soffitto affrescato.

Soffitto cappella di san Donato


Sala 5: Museo d'Arte Antica

Cristo ligneo del XII sec. Colpisce l'immagine non edulcorata di Gesù agonizzante. Probabilmente la statua veniva completata da una parrucca di capelli veri posta sulla testa.


"Bacio di Giuda", XIV sec. Tutti i protagonisti del bassorilievo hanno gli occhi chiusi, probabilmente per la vergogna provata in quel momento.


Sala 7: Museo d'Arte Antica. Sala delle Asse, dipinta da Leonardo da Vinci e chiamata così perché la parte bassa della sala è rivestita di assi di legno.

LA PONTICELLA. Museo d'Arte Antica, sculture lombarde del Cinquecento. Vi si accede dalla Sala delle Asse.
Anticamente era un semplice ponte levatoio che collegava il Castello alla Ghirlanda. Fu Ludovico il Moro a dare l'incarico forse al Bramante per trasformarlo in appartamento privato. La prima saletta, detta "Negra", venne affrescata molto probabilmente da Leonardo da Vinci, ma ad oggi non rimane più alcuna traccia di decorazione. Qui si rifugiò Ludovico il Moro nel 1497 alla morte della moglie al fine di piangere per giorni e giorni del tutto indisturbato... o così volle far credere.

La ponticella di Ludovico il Moro fronteggiata dalla Ghirlanda. Foto fine XIX sec.

Sala 11: dei Ducali. Museo d'Arte Antica, sculture lombarde tra gotico e rinascimento.

Sala caratterizzata dal soffitto affrescato con gli stemmi dei vari signori della famiglia Sforza.  Si può notare come il primo stemma in alto a sinistra, di Galeazzo Maria, sia stato sovrapposto con la sigla LU (LV) di Ludovico il Moro, suo fratello e successore illecito.


Sala 12: Cappella Ducale, Museo d'Arte Antica.

Dettaglio soffitto Cappella ducale.

Sala 14 o Sala Verde, chiamata così per il colore delle sue pareti voluto da Galeazzo Maria Sforza. Museo d'Arte Antica, raccolta delle armi.
Qui si celebrava ogni Natale la cerimonia dello "zocho", ossia del ceppo che, ornato di fronde, veniva collocato sul camino con grande accompagnamento di trombe e imbandigioni.
E' questo un rito molto antico: la tradizione voleva infatti che il capofamiglia, la vigilia di Natale, ponesse un ceppo di legno di gelso nel camino con sopra incisa una croce. Il fuoco che ne scaturiva veniva considerato sacro, alla luce delle parole della Bibbia: "dal ceppo nascerà un virgulto", ossia Gesù.
Quindi doveva prendere un bicchiere di vino, berlo e passarlo agli altri componenti della famiglia; lo stesso doveva farlo con il pane. Infine doveva gettare una moneta nel fuoco e le altre distribuirle ai figli.
Solo dopo l'Angelus era possibile accomodarsi a tavola per cenare, rigorosamente di magro.
Il giorno dopo le ceneri del ceppo venivano sparse in campagna come augurio di un buon raccolto.

Sala verde


Sala 15 o degli Scarlioni. Museo d'Arte Antica dedicata alla scultura della prima metà del XVI sec..
Qui si tenevano le più importanti riunioni politiche dello stato di Milano nel XV sec.
Questa sala ospita la celebre scultura di Michelangelo, la pietà del Rondanini, chiamata così dal nome di uno dei proprietari. Nel 1952 fu acquistata dal Comune di Milano e si scongiurò così il pericolo che l'opera emigrasse all'estero.
Fu questa l'ultima ad essere scolpita da Michelangelo, che non riuscì a terminarla perchè, ormai ottantanovenne, morì dopo pochi giorni aver cessato di lavorarci.
Sulla scultura è possibile notare la parte inferiore ormai definita e quella superiore invece solamente abbozzata poiché frutto di una seconda rielaborazione dell'opera.

Si può notare l'abbozzo di un altro volto sul velo di Maria, probabilmente frutto dell'ennesimo ripensamento dello scultore toscano.


I musei proseguono al piano superiore della Corte Ducale. Vi si arriva salendo la scala d'onore esterna detta di Galeazzo Maria.

Sala 16 o Sala Verde Superiore. Raccolta dei Mobili.
In origine avremmo visto raffigurate alle pareti scene di caccia nei boschi. Qui Leonardo da Vinci allestì la "festa del Paradiso" organizzata da Ludovico il Moro per il matrimonio del nipote Gian Galeazzo Maria Sforza con Isabella d'Aragona. La festa venne chiamata così perché il genio toscano volle rappresentare il Paradiso nel quale erano disposti sette pianeti capaci di irraggiare luce e suoni con effetti speciali che lasciarono stupiti gli ospiti di allora.

Sala 18: Raccolta dei Mobili

Automa
Era questa una meraviglia capace di impressionare i milanesi del XVII sec.: un demonio azionato con un meccanismo a manovella, capace di ruotare la testa, roteare gli occhi, fare linguacce ed emettere un suono terrorizzante!


Sala 26: Pinacoteca. Ex Sala della Cancelleria.

Pier Francesco Mazzucchelli, detto Morazzone. "La fucina di Vulcano". Affresco  del 1599.


La porticina che si apre in fondo alla sala della Cancelleria conduce alla seconda parte dei musei alloggiati presso le sale della Rocchetta. Per accedervi si passa sopra un ponte levatoio in legno che serviva da trabocchetto per gli eventuali invasori che erano diretti alla sala del Tesoro.

Sala 32: Raccolte d'arte applicata.

Coltello eucaristico
Coltello eucaristico con raffigurazione dei mesi. Vi si legge la seguente iscrizione: "Apporterò sventura a chi mi volesse far suo, farò felice il proprietario che mi tiene. Nessun altro quindi mi voglia; bene questo intenda anche se sono piccola cosa".

Nella stessa sala è possibile ammirare il compasso geometrico militare di Galileo Galilei (1606).

Sala 37: Raccolta d'arte applicata.
Sala della Balla. Questo ambiente venne chiamato così perchè qui si giocava con la sfera. In origine era interamente affrescato da pittori minori con le gesta di Francesco Sforza. In un angolo di questo ambiente morì Beatrice d'Este, moglie di Ludovico il Moro per un parto prematuro il 3 gennaio 1497, dopo aver danzato la sera prima fino a tarda notte.
Sono qui ospitati i celebri arazzi del Trivulzio, opere del Bramantino su commissione della famiglia nobile dei Trivulzio. Ogni arazzo rappresenta un mese, con allegorie e con il proprio segno zodiacale corrispondente.

Arazzo di dicembre. Dettaglio


Il museo egizio, insieme a quello della preistoria e protostoria si trova nei sotterranei del Castello, con ingresso dal fondo della Corte Ducale

Statuina di gatta che rappresenta la dea Bastet

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