Gian Giacomo Trivulzio, nobile militare, non lo si può certo definire patriottico. Milanese di nascita, era al servizio dell’imperatore francese Luigi XII, il quale desiderava ardentemente sottrarre il Ducato di Milano a Ludovico il Moro.
Tale progetto si realizzò il 2 settembre del 1499 e, in segno di gratitudine, il Trivulzio venne nominato maresciallo di Francia.
Otto anni dopo non ci “stava nella pelle“ ad ospitare l’imperatore presso la sua “umile dimora“ nell’attuale via Rugabella che anticamente era occupata in toto dalla nobile famiglia. Per l’occasione Gian Giacomo l’abbellì con archi e padiglioni finti così l’imperatore, nel vederla, esclamò “Voila’ una belle rue!” (“Ecco una bella via!”). Smisurato fu l’orgoglio del mercenario Trivulzio, tanto da decidere di nominare la sua via “bella ruga”, che poi divenne “Rugabella”. Eppure a vederla oggi, questa strada si fa decisamente fatica... a definirla “bella”!
Mentre in via Montenapoleone si facevano affari “alla luce del sole” nella banca allora presente, in vicolo Calusca se ne tenevano altrettanto illegali (usura, prostituzione, contrabbando…). Da questa situazione nacque il soprannome “casa losca” dato all’edificio principale della strada, contratto poi in Ca’ lusca.
Possiamo
immaginare che i tanti peccatori della via Calusca fossero oggetto di
attenzione nelle assidue preghiere da parte delle monache presenti in via Ochette.
I milanesi soprannominarono le religiose “oche” per il vestito che portavano,
da qui il nome della strada (oggi rinominata via Matteo Bandello).
Anche via Cappuccio deve il suo nome alle religiose: qui avremmo trovato un convento di monache, dette “monache del cappuccio” in quanto erano le uniche in città che portavano il cappuccio come i frati.
I Pellegrini invece giunti in città potevano soggiornare in via dei Pellegrini presso l’ospizio trecentesco (ormai demolito) della chiesetta di san Pietro dei Pellegrini (ormai sconsacrata) …però solo per due giorni.
Una via invece milanesissima, anche nell'origine del suo nome, è via Bagutta la quale deriva dal termine dialettale bagà con cui si indica qualcuno che beve (vino) di gusto!
Esistono poi vie che hanno modificato il proprio nome nel corso degli anni, come ad esempio via san Carpoforo che anticamente si chiamava "contrada dei tetti" dato che in questo angusto spazio, dai piani bassi, si potevano vedere solo i tetti e non il cielo. Contrada dei tetti che talvolta veniva modificata in "contrada delle tette" alludendo alla presenza delle numerose case chiuse.
Anche via Cesare Cantù aveva un altro nome in passato: via Ratti. Si racconta infatti che qui anticamente abitava un mercante, il quale importò da Genova un nutrito numero di sacchi di mandorle e pinoli. Il commerciante però commise l’errore di non rimettere subito in commercio la merce acquistata. Risultato: quando aprì i sacchi fuoriuscirono un numero spropositato di ratti. Il mercante a questo punto dovette pagare cento persone per poter catturare i topi che ormai avevano invaso quella parte di città.
veramente interessante e curioso ! Complimenti ! Un minimo di informazione in più su dove si vive, o si è vissuto, fa sempre piacere.
RispondiEliminaGrazie:)
EliminaInteressanti attribuzioni alle vie di Milano!
RispondiEliminaGrazie!:)
EliminaManco da Milano da cinquant'anni, leggendo queste righe ho rivisto la mia gioventù soprattutto nella prima parteInganni-Baggio,grazie!
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