domenica 1 novembre 2020

IL CIMITERO DELLA MOJAZZA E I SUOI ILLUSTRI OSPITI


Cimitero della Mojazza. Foto tratta da www.urbanfile.org

Quella che vediamo in foto è piazzale Lagosta, zona nord di Milano. Da qui attualmente parte viale Zara, che collega la città con la Brianza.
Per essere più precisi, quello che vediamo in foto è ciò che c'era prima di questo grande piazzale.
Fino al 1895 infatti in questa zona avremmo trovato un enorme cimitero cittadino periferico, poi soppresso con l'apertura del Maggiore e del Monumentale.
Il nome Mojazza venne mutuato dalla vicina omonima cascina chiamata così perchè sorgeva su un terreno decisamente pregno di acqua (mojà in milanese significa inzuppare, ammollare).
Qui avremmo trovato tombe di milanesi comuni ed illustri delle quali però si sono perse le tracce. Se desideriamo portare un fiore sulla sepoltura di qualcuno che ha fatto la storia di Milano, ad oggi possiamo recarci unicamente al Monumentale, mentre del Mojazza rimangono solo poche tracce, ingoiate dalla città frenetica e moderna.

Isola di Lagosta in Croazia.
Il piazzale prende il nome da questa piccola isola dalmata.
Foto tratta da www.viagginews.com


Curioso è entrare nel cortile del civico 1 e notare una lapide tombale dedicata al Parini.
L'autore de "ll giorno" morì il 15 agosto 1799 e chiese espressamente di essere tumulato in una tomba semplice. Per tale ragione fu sepolto in questo cimitero forse in una fossa con sopra una anonima croce di legno. L'unica differenza in quel periodo che passava tra i nobili e i plebei era che i primi potevano essere sepolti lungo il muro di cinta in modo che nei pressi della loro tomba poteva essere affissa una lapide in loro memoria. E' per questa ragione che oggi possiamo ancora ammirare una traccia che ci ricorda il Poeta.

Lapide tombale dedicata a Giuseppe Parini
(P.le Lagosta, 1)
Foto di Andrea Cherchi

Eppure la stessa targa la troviamo nel Palazzo di Brera. Il mistero è decisamente fitto, ma pare che quella in piazzale Lagosta non sia altro che una copia in cemento postuma dell'originale che troviamo tutt'oggi nei pressi della Biblioteca Braidense.

Lapide posta all'ingresso della biblioteca Braidense
Foto di Giovanni Dall'Orto



Un altro personaggio famoso qui sepolto (oltre a Cesare Beccaria, Melchiorre Gioia e Francesco Melzi d'Eril) era sicuramente Carlo Mozart.

Carl Thomas Mozart
Foto tratta da Wikipedia

Quest'ultimo era uno dei sei figli del genio austriaco morto quando il piccolo Carlo aveva solo sette anni. Della numerosa prole solo due sopravvissero ed uno era proprio Carlo. Il bambino nutriva nei confronti del famoso padre un amore sterminato, tanto che anche lui  desiderava diventare un musicista. Eppure la madre scelse il fratello quale erede di Wolfang. Per lui si era invece optato per un lavoro da commerciante.
All'età di tredici anni Carlo dovette rinunciare ai suoi sogni e trasferirsi, su ordine della mamma, a Livorno, dove lavorò come commesso. Nel 1805 si trasferì nella napoleonica Milano, dove continuò a fare tristemente l'impiegato. Un raggio di sole arrivò nella sua vita quando gli venne chiesto, da parte di un colonnello asburgico, di impartire lezioni di piano alla figlia. "Galeotto fu il pianoforte": tra una lezione e l'altra, sbocciò l'amore che portò al concepimento di una bambina. La piccola però morì all'età di dieci anni probabilmente per vaiolo. A questo punto Carlo, dopo qualche lustro di lavoro, sempre più triste, andò in pensione e si ritirò sul lago di Como. Qui si spense all'età di settantaquattro anni e con lui si estinse la genialità dei Mozart, dato che anche il fratello morì senza avere figli...Colpisce il testamento di Carlo: il musicista mancato chiese espressamente di essere sepolto dopo svariate ore perchè temeva di fare la fine presunta del padre. Wolfang Amadeus Mozart infatti si spense a soli trentacinque anni e sulla sua precoce e misteriosa morte sono state elaborate ben 141 ipotesi. Tra queste quella secondo la quale il genio austriaco fu sepolto ancora vivo, dato che venne scambiato un suo svenimento per la morte definitiva.

Wolfgang Amadeus Mozart
Foto tratta da Wikipedia


..Ma torniamo al Mojazza: nel 1895 si iniziò lo sgombero del cimitero e, nei successivi dieci anni, le tombe vennero trasferite al cimitero Maggiore. Eppure molti resti mortali vennero dispersi durante questo trasferimento, tra cui anche quelli del Parini e di Carlo Mozart.

Cimitero del Mojazza in stato di abbandono.
Tra le erbacce alte si notano ancora delle croci tombali


Ancora nel 1920 la cronaca racconta che l'ex cimitero era ormai diventato in gran parte un terreno incolto. Una parte era occupata da una carovana di nomadi, mentre un lotto del terreno era stato preso in affitto dalla gloriosa squadra meneghina dell'Unione Sportiva Milanese la quale in questo posto faceva scaldare, prima delle competizioni, le squadre avversarie. Questa era sicuramente una mossa strategica. Si racconta infatti che dal terreno spuntavano ogni tanto delle ossa umane rimaste ancora nell'ex cimitero, tanto che gli avversari si recavano alla partita con la morte negli occhi!

Unione Sportiva MIlanese
Foto tratta da www. storiedicalcio.altervista.org


Solo nel 1922 si iniziò a costruire e a cambiare il volto di quello che sarebbe diventato l'attuale trafficata piazzale Lagosta.

Piazzale Lagosta
Foto tratta da www.milanopost.info


E' passato più di un secolo dalla chiusura del Mojazza, eppure c'è chi sostiene che quel che rimane del Parini lo possiamo trovare sotto le fondamenta dei condomini moderni...indegna sepoltura che fece fortemente arrabbiare un certo Ugo Foscolo.

Ugo Foscolo
Foto tratta da www.artspecialday.com

2 commenti:

  1. Ciao, leggi il risultato della mia ricerca qui https://www.skyscrapercity.com/threads/milano-sparita.1232367/page-4484#post-147399997
    post di vecchiamilanodoc del 15 aprile 2018. mistero svelato

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